Lockdown e lavoro: la situazione ad Uscita di Sicurezza

UdsSedeGrosseto2Dall’avvio del lockdown, anche le attività della cooperativa Uscita di Sicurezza hanno subito importanti modifiche. Sono molti, infatti, i servizi sospesi, da quelli per l’infanzia alle strutture semiresidenziali per persone anziane a disabili, passando per alcuni attività di assistenza domiciliare e, di conseguenza, la cooperativa ha dovuto ricorrere al Fondo di integrazione salariale (Fis), ovvero alla cassa integrazione.

Sono stati 93 i soci e dipendenti oggi in cassa integrazione nel mese di marzo, a partire dal 5, per totale di oltre 3mila 700 e, la copertura garantita dalla cassa arriverà a coprire la prima settimana di maggio. Per alcuni servizi la cassa integrazione è totale, per altri solo parziale e quindi si tratta di persone che hanno visto ridurre in parte il loro orario di lavoro o che sono stati spostati da un servizio all’altro. Sono in cassa integrazione, per una percentuale del loro orario settimanale complessivo, anche i responsabili dei servizi e la direzione.

“La cassa integrazione e l’assegno del Fis ci permettono di affrontare questo periodo salvaguardando lo stipendio di soci e dipendenti e garantendo loro un reddito, seppure ridotto, corrisposto in tempi brevi e certi”, commenta Luisa Morelli, responsabile del personale della cooperativa. “La cassa integrazione però non è una soluzione, ma solo uno strumento tampone e quindi la cooperativa, in questo momento, deve riflettere sulla progettazione dei servizi ridotti o sospesi per l’emergenza sanitaria per ragionare su una ripartenza complessiva, che sappia salvaguardare i posti di lavoro tenendo conto dei nuovi scenario. Chiaramente faremo ricorso a questo strumento anche nelle prossime settimane, se sarà previsto dal prossimo decreto, come annunciato”.

Il consiglio di amministrazione della cooperativa, inoltre, ha deciso di anticipare la cassa per evitare che i lavoratori dovessero attendere il versamento da parte dell’Inps: in questo modo tutti riceveranno, anche se decurtato fino a un massimo del 20 per cento, lo stipendio insieme agli operatori in attività. “Una scelta che ci è sembrato giusto fare – dice il presidente Luca Terrosi – per non penalizzare ancora di più chi in questo momento è costretto a fermarsi”. E per i mesi a venire la cooperativa è in attesa di capire se ci saranno nuovi provvedimenti: da settimane, infatti, si parla di un provvedimento del Governo pensato di finanziare la cassa integrazione per altre 9 settimane, comprendo così lo stop alle attività per i mesi di maggio e giugno.