Una vita da Addetto all’assistenza di base

Cosa vuol dire fare l’Addetto all’assistenza di base (Adb) in una residenza sanitaria assistita?
Cosa vuol dire lavorare per aiutare a soddisfare i bisogni e a rendere felice gli altri?
Cosa vuol dire una vita in maglietta arancione?

Ci aiuta a rispondere a queste domande Claudia Lunghi, in questa intervista realizzata dagli operatori del servizio di animazione della residenza, che il 1° agosto dopo 32 anni di lavoro nella struttura Costa D’argento è andata in claudiapensione:
“Ricordo il primo giorno che sono entrata in struttura, ero nel turno della mattina, la madre superiora (al tempo nel 1987 la struttura era diretta dalle suore) mi aspettava nel salone e mi dice: ‘Questa è la divisa, questi sono i guanti, ora sali al primo piano e impara dalle colleghe più esperte’, ed ho imparato bene vai, non dimenticherò mai la prima volta che ho visto suor Grazialma fare la medicazione ad un ospite, sai allora il primo piano era più un infermeria, gli utenti erano tutti allettati ed avevano bisogni personali e medici specifici”.
“Ci tengo veramente tanto – continua Claudia –  a ringraziare le mie colleghe dell’inizio perché ho veramente imparato tanto da loro e ci tengo anche a dire che noi siamo state le prime della struttura  – io e alcune mie colleghe – che nel 1993 abbiamo preso la qualifica fatta dalla regione!”
Claudia poi continua:  “Quando sono entrata la struttura era solamente per donne; l’unica eccezione era Pasqualino, un signore che era stato trovato per strada dalle suore e che stava al secondo piano ancora oggi mi ricordo quale era la sua camera. Anche M. L. ricordo che non era un’utente facile, andava presa per il verso giusto ed a lei piaceva cantare, quindi sai li ‘cantate” a squarciagola che mi sono fatta che così mentre si cantava la lavavo e la vestivo, la sua preferita era ‘Mamma son tanto felice’. Ricordo con affetto anche A. S. che tutte le mattine ci veniva a chiedere se volevamo qualcosa per colazione e poi usciva a comprarcela.”
Claudia ricorda ancora i nomi dei suoi “nonnini” e ci si potrebbe scrivere un libro con i ricordi che ha, ma non c’è da stupirsi lei è così, cuore, dolcezza, bravura e sorriso siamo grati per tutto ciò che ha fatto in questi anni ed è un dispiacere per noi che debbaa andare in pensione ( meritatissima!) come ci dispiace per le altre colleghe che dopo una vita di lavoro andranno in pensione: Enza, Annamaria,  Elisabetta. Ognuna di loro ci ha insegnato e ci ha dato tanto e se da una parte siamo tristi che non siano più nello staff siamo altresì felici per loro che si meritano un po’ di riposo e la sospirata pensione!
Claudia finisce così il suo resoconto parlandoci del inizio della sua vita in arancione:  “A ottobre 2001 entriamo a far parte della grande famiglia che è la cooperativa Uscita di Sicurezza, un passaggio importante con un metodo più di qualità visibile fin da subito. Via via che passava il tempo mi sono resa conto dei diritti e dei doveri che abbiamo acquisito, ma soprattutto del rispetto! Oggi che me ne vado con una punta di dispiacere voglio ringraziare tutta la cooperativa Uscita di Sicurezza per questi 18 anni di lavoro, impegni, aggiornamenti e feste, felice di aver fatto questo percorso”.